Movimento Zero si ispira alle idee del giornalista, scrittore e pensatore Massimo Fini. È un movimento culturale e politico che intende non solo diffondere queste idee ma vivificarle e renderle il più possibile concrete con una partecipazione attiva nella società italiana, e non solo, attraverso tutti gli strumenti a ciò idonei: manifestazioni, incontri, dibattiti, mezzi di informazione, legami con altri gruppi che abbiano sensibilità e finalità affini.
È strutturato sulla base di un’ampia autonomia d’iniziativa delle diverse realtà locali in cui si articola. Le linee culturali e politiche di fondo di Movimento Zero sono espresse nel Manifesto dell’Antimodernità ."Un Modello di sviluppo atroce, sfuggito dal controllo anche di chi pretende
di governarlo, ci sta schiacciando tutti, uomini e donne di ogni mondo.
Proiettandoci a una velocità sempre crescente, che la maggioranza non riesce
più a sostenere, verso un futuro orgiastico che arretra costantemente
davanti a noi - perché è lo stesso modello che lo rende irraggiungibile -
crea angoscia, depressione, nevrosi, senso di vuoto e inutilità. In
occidente questo modello paranoico è riuscito nell'impresa di far star male
anche chi sta bene (566 americani su mille fanno uso abituale di
psicofarmaci). Esportato ovunque, per la violenza dei nostri interessi e
quella, ancor più feroce, delle nostre buone intenzioni, il modello
occidentale ha disgregato popolazioni, distrutto culture, identità,
specificità, diversità, territori, tutto cercando di omologare a sé.
Il marxismo si è rivelato incapace di contenere e di sconfiggere il
capitalismo. Perché non è che una variante inefficiente dell'Industrialismo.
Capitalismo e marxismo sono due facce della stessa medaglia. Nati entrambi
in occidente, figli della Rivoluzione industriale, sono illuministi,
modernisti, progressisti, positivisti, ottimisti, materialisti,
economicisti, hanno il mito del lavoro e pensano entrambi che industria e
tecnologia produrranno una tale cornucopia di beni da far felice l'intera
umanità. Si dividono solo sul modo di produrre e di distribuire tale
ricchezza. Questa utopia bifronte ha fallito. L'Industrialismo, in qualsiasi
forma, capitalista o marxista, ha prodotto più infelicità di quanta ne abbia
eliminata. Per due secoli Capitalismo e Marxismo, apparentemente avversari,
in realtà funzionali l'uno all'altro, si sono sostenuti a vicenda come le
arcate di un ponte. Ma ora il crollo del marxismo prelude a quello del
capitalismo, non fosse altro che per eccesso di slancio.
Su questi temi fondanti però si tace o li si mistifica. Anche le critiche
apparentemente più radicali si fermano di fronte alla convinzione
indistruttibile che, comunque, quello industriale, moderno, è 'il migliore
dei mondi possibile'. Sia il capitalismo sia il marxismo, nelle loro varie
declinazioni, non sono in grado di mettere in discussione la Modernità
perché nella Modernità sono nati e si sono affermati. Danno per presupposto
ciò che deve essere invece dimostrato.
Stanchi di subire la violenza dell'attuale modello di sviluppo e il silenzio
complice o la sordità di coloro, politici ed intellettuali, che dovrebbero
farci da guida e invece ci stanno portando all'autodistruzione, in una
società che non è più capace di recepire argomenti ma solo 'coup de thèatre'
abbiamo quindi pensato, recuperando una antica tradizione, di ricorrere ad
un MANIFESTO in 11 punti che traccia le linee ideali e culturali di un
programma che intendiamo portare anche in campo politico, extraparlamentare
e parlamentare. Vogliamo passare all'azione .
belanti come pecore, ciechi come struzzi che han ficcato la testa nella
sabbia. Infondo non si tratta che di riportare al centro di Noi stessi
l'uomo, relegando economia e tecnologia al ruolo marginale che loro compete.
Chi condivide in tutto o in parte lo spirito del Manifesto lo firmi. Chi
vuole collaborare anche all'azione politica, nei modi che preferisce e gli
sono più congeniali, sarà l'arcibenvenuto. Abbiamo bisogno di forze fresche,
vogliose, determinate, di uomini e donne stufi di vivere male nel "migliore
dei mondi possibili" e di farsi prendere in giro. Forza ragazzi: si passa
all'azione".
(Massimo Fini.it)
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